La Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi su un ricorso di un automobilista multato per eccesso di velocità, su una strada extraurbana, rilevato attraverso autovelox.

Il tribunale aveva rigettato l’opposizione del conducente ritenendo che la mancata indicazione nel verbale del decreto prefettizio di indicazione del tratto sui cui era stata rilevata l’infrazione non integrava una violazione del diritto di difesa.

La Suprema Corte, rileva dapprima come per costante giurisprudenza “il provvedimento del prefetto, di individuazione delle strade o dei tratti di strada nei quali è autorizzato l’uso di strumenti di rilevazione automatica della velocità, può includere soltanto le strade del tipo imposto dalla legge mediante rinvio alla classificazione di cui all’art. 2 del Dlgs n. 285 del 1992, trattandosi di provvedimento connotato da discrezionalità vincolata, come tale sindacabile dal giudice ordinario (Cass., sez. 2, sentenza n. 7872 del 2011)”.

Successivamente gli Ermellini evidenziano che l’infrazione era stata rilevata su una strada extraurbana secondaria e che il verbale di contestazione non conteneva l’indicazione degli estremi del decreto prefettizio con il quale era autorizzata, sulla strada in questione, la rilevazione della velocità a mezzo autovelox e la contestazione differita.

Un tanto si pone in aperto contrasto con la costante giurisprudenza di legittimità per la quale “la mancata indicazione degli estremi del decreto prefettizio nel verbale di contestazione integra un vizio di motivazione del provvedimento sanzionatorio, che pregiudica il diritto di difesa e non è rimediabile nella fase eventuale di opposizione (ex plurimis, Cass., sez. 2, sentenza n. 2243 del 2008)”. La Cassazione, quindi, non ha potuto far altro che accogliere il ricorso dell’automobilista.

Pertanto, la multa per eccesso di velocità rilevata tramite autovelox sulla strada extra-urbana non è valida se non contiene gli estremi del decreto prefettizio.